Help al Brentei, H+ e- al Lago Alplaner: Giornata da cartolina!

Oggi non mi fermo sulla storia dell’asino e il leone ma sul Vangelo scelto per la giornata di  oggi. Si tratta di organizzarci, di fare squadra come il leone e l’asino. Mi fermo sulle “tre misure di farina”. Ma con il “lievito”. Che cosa è questo lievito che fa miracoli. Ognuno ha un suo nome. Proviamo con alcuni. Un primo lievito lo chiamo “sogno”. Quel Sogno con la S maiuscola che ci da lo sprint nella vita. La nostra vita non fermenta se non c’è questo lievito. Altro nome è l’entusiasmo: quello che ci fa sognare da occhi aperti. E quella marcia in più che ci fa sempre vedere il sereno oltre le nuvole. Altro nome è la volontà. Quella ben indirizzata che ci fa alzare presto la mattina anche se sentiamo che è meglio dormire. Altro nome è la fede, quella che parte e arriva alla carità concreta. Un fede “viva, aperta e gioiosa”. Ma sono tanti altri che ciascuno scopre se si impegna a fondo a fare il bene. Il tema di oggi è l’organizzazione. Se noi non siamo ben formati e convinti non riusciamo a fare squadra e prima o poi ci isoliamo. Il gruppo rangers in questi 32 anni ha aiutato molti giovani ad organizzarsi nella vita e nello studio e nel lavoro. In questi giorni Ambra una GRM è uscita con 110 e lode. Quasi tutti riescono a trovare lavoro. Perché dopo tanti campi e riunioni non si ha paura a guardare in faccia chi ci parla. Mio fratello Martino mi ha raccontato che una volta nelle sua azienda che cercava operai, ha visto salire la scale un giovane pronto a sostenere il colloquio accompagnato dalla mamma. Al vedere questa scena lo hanno invitato a tornare a casa. I campi sono una palestra per lo sbelinamento come dicono a Genova. La collaborazione fra i gruppi è un serio modello di organizzazione. Chi ha paura del movimento dei mezzi, dei gazebo, della casse audio e luci…. ha capito poco della vita Rangers e Millemani. Penso alle zolle per il prato. Poi tanto per gruppo per la casa qui a Rumo. La nostra forza  è stata anche di mettere le persone al posto giusto, in quel recinto di amicizia che il Signore ha costruito intorno a noi. Il Signore ci chiede quelle “tre misure di farina” o quei cinque pani e due pesci. Il miracolo con il lievito di turno lo fa sempre il Signore. Trentadue anni di rangers, la casa così bella, i 20 container nelle Filippine, gli ottocento astucci e quest’anno zainetti nel Camerun, il lavoro con i ragazzi di Casa Speranza in Romania… sono tutti miracoli dove noi ci abbiamo messo le zolle o gli astucci. Se riusciamo a leggere la vita in questo modo, lasciando posto al miracolo, ci divertiremo con il Signore. Penso alla mia vita ora che non posso parlare e camminare. Io metto la B.C.S e il comunicatore e lui fa il miracolo. Un po’ di farina, tutti l’abbiamo. E su quella poco di farina, che ci può scappare il miracolo. Gesù racconta questa parabole per dirci come è il regno dei cieli. Noi sulla terra possiamo imitare questo regno anche perché se non lo costruiamo qui su questa terra rischiamo di rimanervi fuori qui in terra e in  cielo.

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